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Lo Zibibbo di Pantelleria è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, che per la prima volta ha inserito nella prestigiosa lista una pratica agricola. Le viti ad alberello delle colline dell’isola siciliana che digradano verso il mare sono state riconosciute come valore universale da tutti i 161 Paesi membri della Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, riuniti a Parigi.Il riconoscimento internazionale dello Zibibbo di Pantelleria conferma l'impegno strategico dell’Italia per valorizzare a livello mondiale le nostri produzioni tipiche e i nostri paesaggi rurali tradizionali. A livello internazionale rappresenta una ...

svolta, poiché finalmente anche i valori connessi all'agricoltura e al patrimonio rurale sono riconosciuti come parte integrante del più vasto patrimonio culturale dei popoli. L'Unesco, infatti, nell'iscrivere la pratica della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, ha riconosciuto come questo elemento, oltre a svolgere una significativa funzione economica, essendo le uve ricavate da questi vigneti materia prima per la vinificazione del pregiato Zibibbo di Pantelleria, assolva ad una importante funzione sociale, essendo un elemento identitario che rappresenta la cultura e la storia degli isolani».

Lo Zibibbo, a volte chiamato anche Moscato di Pantelleria o Moscato d’Alessandria, è il nome sia del vitigno che del vino dolce che si ottiene dall’uva passita. La sua origine è antichissima e risalirebbe all’antico Egitto, da dove i Fenici l’avrebbero introdotto a Pantelleria. La crescita della pianta ad alberello è agevolata dalla particolare coltivazione che richiede una buca profonda una ventina di centimetri per agevolare la raccolta della scarsa acqua del luogo intorno al tronco. L’uva ha acini piuttosto grossi con buccia spessa di colore verde tendente al giallo e se ne ricava anche un vino secco Zibibbo.

Lo Zibibbo di Pantelleria è stato il sesto elemento italiano del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. (Anna Ferrero)

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Elementi italiani del Patrimonio Immateriale dell’Umanità

 

2001 -  Opera dei Pupi siciliani

2005 - Canto a Tenore sardo

2010 - Dieta mediterranea, elemento transnazionale (comprendente, oltre all’Italia, anche Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Spagna e Portogallo)

2012 - Saper fare liutario di Cremona

2013 - Macchine dei Santi  (la Faradda dei Candelieri di Sassari, la Macchina di Santa Rosa a Viterbo, i Gigli di Nola, la Varia di Palmi,)

2014 - Pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria

2016 - Falconeria, elemento transnazionale (comprendente, oltre all'Italia, anche Emirati Arabi, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Kazakhistan, Repubblica di Corea, Mongolia, Marocco, Pakistan, Portogallo, Qatar Arabia saudita, Spagna, Repubblica Araba Siriana)

2017 - Arte dei pizzaiuoli napoletani

2018 - L'Arte dei muretti a secco, elemento transnazionale (comprendente, oltre all'Italia, anche Croazia, Cipro, Francia, Slovenia, Spagna e Svizzera)

2019 – Transumanza, movimento stagionale del bestiame lungo gli antichi tratturi nel Mediterraneo e nelle Alpi (comprendente, oltre all'Italia, anche Austria e Grecia)

2019 - Alpinismo, arte di arrampicarsi su vette e pareti in alta montagna (comprendente, oltre all'Italia, anche Francia e Svizzera)

2019 - Festa della Perdonanza, legata al papa Celestino V, a L’Aquila