Vino, voci dalla cultura

«Sempre pronto a una nuova idea e a un antico vino».
(Bertold Brecht, drammaturgo tedesco, 1898-1956)

«La guerra del gusto»

Ci sono anche paesaggi toscani e sardi, in «Mondovino», il film in concorso al 57esimo Festival di Cannes che parla dell’impatto della globalizzazione sulle regioni produttrici di vino. Con scenari dell’Argentina, della Francia e degli States scorrono immagini girate tra Firenze e Bolgheri, terra dei “supertuscans” ... - LEGGI TUTTO

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Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria e, per non dimenticare, «Vino Arte Poesia» propone la figura di Giorgio Perlasca, un uomo che ha rischiato la propria vita per salvarne molte altre. Ha aiutato oltre cinquemila ebrei a fuggire dall’inferno di Budapest dominata dai nazisti e il suo nome è scritto nel libro dei «Giusti». Giorgio Perlasca, nato in una famiglia borghese di Como, nel 1944 si trovava nella capitale ungherese e di fronte alle atrocità delle Croci Frecciate, i nazisti locali, si è fatto passare per console spagnolo e ha rilasciato migliaia di finti salvacondotti per strappare gli ebrei a uno spietato destino. La sua incredibile storia è stata ricostruita molti anni dopo, alla fine degli anni Ottanta, quando alcune donne ebree ungheresi da lui salvate si sono ...
messe alla ricerca del console spagnolo Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri ebrei. Israele gli ha conferito il titolo di Giusto tra le Nazioni e per ricordarlo è stato piantato un albero nel viale dietro al memoriale dei bambini al museo Yad Vashem di Gerusalemme. Nella capitale ungherese è ricordato al Memoriale dei Giusti nel cortile della sinagoga.
La straordinaria avventura dello «Schindler italiano» è raccontata nel film proposto dalla Rai dal titolo Perlasca. Un eroe italiano, una coproduzione di Italia, Francia, Svezia e Ungheria, con la sceneggiatura tratta dal libro La banalità del bene di Enrico Deaglio. «Quella di Giorgio Perlasca - spiega il sito della Fondazione dedicata alla sua memoria - è la straordinaria vicenda di un uomo che, pressoché da solo, nell’inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica inventandosi un ruolo, quello di console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo.
Tornato in Italia dopo la guerra la sua storia non la racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, semplicemente perché riteneva d’aver fatto il proprio dovere, nulla di più e nulla di meno.
Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi da lui salvate in quel terribile inverno di Budapest la sua storia sarebbe andata dispersa. Queste donne, alla fine degli anni ’80 misero sul giornale della Comunità ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca.
La storia di Giorgio Perlasca dimostra come per ogni individuo è sempre possibile fare delle scelte alternative anche nelle situazioni peggiori, in cui l’assassinio è legge di stato e il genocidio parte di un progetto politico.
A chi gli chiedeva perché lo aveva fatto, rispondeva semplicemente: «. . . ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto vedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se non l’odio e la violenza?».
Una storia straordinaria, protagonista «un eroe italiano». (F.d'A.)
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FINE - Vino armonico nel gusto ed elegante nel profumo.

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