Le Colline di Conegliano e Valdobbiadene, terre del Prosecco Superiore, dal 2019 sono Patrimonio Universale dell’Umanità. L’Unesco ha riconosciuto ufficialmente la capacità dell’uomo di saper cogliere l’essenza di un territorio e la caparbietà di aiutarlo a esprimere prodotti di straordinaria eccellenza, agendo anche in situazioni estreme, all’apparenza impossibili, pur di liberare le potenzialità nascoste, e quindi inespresse, dei luoghi.
E’ un riconoscimento all’amore quotidiano per una terra e un ambiente unici per storia, tradizione e bellezza. Valori insiti in queste colline ma che l’intuizione ed il lavoro di generazioni di uomini hanno fatto emergere, svelandole. Un luogo che ha dato il nome ad uno dei più popolari vini ...
al mondo, il Prosecco, un bianco diffuso nei cinque continenti e esportato in oltre ottanta Paesi.
Le procedure per richiedere il riconoscimento Unesco delle terre del Prosecco sono iniziate nel lontano 2008, grazie all’iniziativa della Regione Veneto, delle amministrazioni comunali dei 15 Comuni di territorio, della Provincia e della Camera di Commercio di Treviso, dei produttori e di oltre migliaia di residenti che hanno voluto sottoscrivere una petizione popolare. Un team di esperti, presieduto dal prof. Pietro Laureano, ha lavorato per la compilazione del Dossier tecnico attraverso il quale la candidatura è stata proposta innanzitutto al vaglio nazionale. A coordinare il progetto della candidatura è stata l'Associazione temporanea di scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità”, attraverso l’Ipa “Terre Alte della Marca Trevigiana”. La proposta all’Unesco è stata ufficializzata dai Ministeri per i Beni culturali e degli Affari esteri.
A Parigi, sede dell’organizzazione, la candidatura delle Terre del Prosecco Superiore è stata sottoposta al vaglio tecnico e vi è stato il sopralluogo di una équipe di esperti che hanno giudicato la congruità della richiesta.
«L’iniziativa dell’Unesco - ha chiarito il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia - non un riconoscimento al Prosecco, assegnato già assegnato dai consumatori di tutto il pianeta. Vuole essere il riconoscimento alla bellezza, davvero unica di un paesaggio che ha pochi pari al mondo, lo stesso che affascinò Giorgione, Tiziano, Cima da Conegliano e gli altri maestri del grande Rinascimento veneto. Un paesaggio straordinariamente bello proprio perché plasmato, giorno dopo giorno, secolo dopo secolo, da uomini di ingegno e di impegno, capaci di entrare in simbiosi con una terra bellissima, aspra e difficile, riuscendo a domarla nel rispetto. Come accade per i purosangue selvaggi, una volta che si è stabilita una perfetta simbiosi, le molte attenzioni vengono meravigliosamente corrisposte».
In queste colline, tra Valdobbiadene e Conegliano, il vino è sovrano da un paio di secoli. «Prima - spiegano i promotori del riconoscimento dell’Unesco - qui con le viti si piantava il gelso, da cui trarre le foglie per i bachi e la produzione della seta. E prima ancora, la piccola agricoltura di sussistenza e la pastorizia. In un terra in cui le poche zolle erbose si incuneavano stentatamente tra gli affioramenti dell’hogback, le formazioni rocciose che affiorano ovunque su questi ripidi pendii. Il mosaico dei piccoli appezzamenti strappati alle rocce si è andato ingrandendo. Sassi e frammenti di roccia sono stati asportati a mano nuda e spesso reimpiegati per innalzare i muri delle fattorie e delle case del posto.
Già dal 1606 qui era attiva l’Accademia degli Aspiranti, primo esempio della futura Scuola Agraria voluta dai nobili del luogo per ragionare tra loro e con gli esperti su come poter trasformare questo territorio fragile e difficile in un ambiente che offrisse cibo per chi ci lavorava. Poi la scoperta che i forti sbalzi di temperatura potevano essere un bene: stimolando e fissando i profumi del vino.
Così, metro dopo metro, sempre più terra è stata “creata” dagli uomini, strappata ai rovi, alle ortiche e a una boscaglia di nessun pregio. Le ripide prode, in cui nulla poteva crescere o essere raccolto sono state vinte da una viticultura “eroica”, dove, per potare, seguire la crescita dell’uva o raccoglierla, si ricorreva - e lo si fa anche oggi - a legature e a piccole teleferiche. “Nulla è impossibile per l’uomo determinato”, si insegnava nelle vecchie scuole agrarie. Così una terra “ingrata” è stata ri-creata a luogo di delizie.
Su queste colline, difese dai venti del nord dalle prime propaggini delle Dolomiti e rivolta, a sud, verso il Mare Adriatico, l’uomo si è insediato da millenni. Ovunque, tra i vigneti e i prati fioriti, le testimonianze della sua antica presenza: castelli, monasteri, abbazie, pievi con i curiosi campanili (ve ne sono con cuspidi diversissime e del tutto originali), piccoli borghi o illustri piccole città affrescate, di impronta rinascimentale. E poi le ville della tradizione veneta e le grandi e piccole case di sasso, patrimonio di una architettura solo apparentemente “minore”, qui attentamente amato e ben conservato.
Con una storia così, non stupisce che qui si respiri l’orgoglio per la propria terra. Non c’è un centimetro che, generazione dopo generazione, non sia stato liberato da sassi e rocce. Una terra che è madre e sorella, mai serva. Onorata e rispettata, mai violentata. Non è un caso se qui i viticoltori si siano auto imposti, tra i primi al mondo, un preciso Disciplinare di Autodisciplina, riconosciuto tra i più avanzati della viticoltura internazionale. Perché sono loro i primi a volere che questo meraviglioso patrimonio, frutto di millenni di sudore dei loro avi, continui a passare per infinite altre generazioni e per la gioia del mondo». (C.P.)
Siti italiani del Patrimonio mondiale riconosciuti dall’Unesco
1979 - Arte Rupestre della Val Camonica, Lombardia
1980 - Centro storico di Roma, proprietà Santa Sede e San Paolo fuori le Mura, Lazio
1980 – Chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie e ‘Cenacolo’ di Leonardo a Milano, Lombardia
1982 - Centro storico di Firenze, Toscana
1987 - Venezia e la sua Laguna, Veneto
1987 - Pisa, Piazza del Duomo, Toscana
1990 - Centro Storico di San Gimignano, Toscana
1993 - I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera, Basilicata
1994 – Città di Vicenza e ville del Palladio, Veneto
1995 - Centro storico di Siena, Toscana
1995 - Centro Storico di Napoli, Campania
1995 - Insediamento industriale di Crespi d'Adda, Lombardia
1995 – Ferrara, città del Rinascimento, e il Delta del Po, Emilia Romagna
1996 - Castel del Monte, Puglia
1996 - Trulli di Alberobello, Puglia
1996 - Monumenti paleocristiani di Ravenna, Emilia Romagna
1996 - Centro storico di Pienza, Toscana
1997 - Reggia di Caserta con il parco, l’Acquedotto di Vanvitelli e Complesso di San Leucio, Campania
1997 - Residenze Sabaude, Piemonte
1997 - Orto botanico di Padova, Veneto
1997 - Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto), Liguria
1997 - Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande, Emilia Romagna
1997 - Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, Campania
1997 - Costiera Amalfitana, Campania
1997 - Area Archeologica di Agrigento, Sicilia
1997 - La Villa romana del Casale di Piazza Armerina, Sicilia
1997 - Villaggio Nuragico di Barumini, Sardegna
1998 - Parco Nazionale del Cilento con Paestum, Velia e Certosa di Padula, Campania
1998 - Centro storico di Urbino, Marche
1998 - Zona archeologica e Basilica patriarcale di Aquileia, Friuli Venezia Giulia
1999 - Villa Adriana a Tivoli, Lazio
2000 - Isole Eolie, Sicilia
2000 - La Basilica di San Francesco e altri siti francescani di Assisi, Umbria
2000 - Città di Verona, Veneto
2001 - Villa d'Este a Tivoli, Lazio
2002 - Città barocche della Val di Noto, Sicilia
2003 - Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
2003 - Monte San Giorgio, patrimonio condiviso da Lombardia e Svizzera
2004 - Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia, Lazio
2004 - Val d’Orcia, Toscana
2005 - Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica, Sicilia
2006 - Genova, le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli, Liguria
2008 - Mantova e Sabbioneta, Lombardia
2008 - Ferrovia Retica Albula-Bernina, patrimonio condiviso da Lombardia e Svizzera
2009 - Dolomiti, Trentino, Friuli e Veneto
2010 - Monte San Giorgio, patrimonio condiviso da Lombardia e Svizzera
2011 - I Longobardi in Italia. I luoghi del potere, diverse regioni
2011 - Palafitte preistoriche sulle Alpi, patrimonio condiviso con Svizzera, Austria, Francia, Germania e Slovenia
2013 - Monte Etna, Sicilia
2013 - Ville e Giardini Medicei, Toscana
2014 - I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
2015 - Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, Sicilia
2017 - Faggete vetuste di diverse regioni italiane, patrimonio condiviso con Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ucraina
2017 - Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo a Bergamo, Peschiera e Palmanova, patrimonio condiviso con Croazia e Montenegro
2018 - Ivrea, città industriale del XX secolo, Piemonte
2019 - Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Veneto