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LIBIAM NE’ LIETI CALICI (da La traviata di Giuseppe Verdi)

* Clicca sull'immagine per ascoltare il brano da Youtube

Un classico della musica legato al vino è certamente il brindisi Libiam ne’ lieti calici ne La traviata di Giuseppe Verdi. I versi scritti da Francesco Maria Piave sono intonati, nella seconda scena dell’atto primo, da Alfredo, da Violetta e dal coro in cui sono presenti personaggi quali Flora, Gastone, il Marchese, il Dottore e il Barone.
Il celebre brindisi è a tempo di valzer.


Alfredo:
Libiam libiamo, ne' lieti calici,
che la bellezza infiora;
e la fuggevol ora
s'inebrii a voluttà.
Libiam ne' dolci fremiti ...

che suscita l'amore,
poiché quell'occhio al core
onnipotente va.
Libiamo amor fra i calici
più caldi baci avrà

Coro:
Ah! Libiam, amor fra i calici
più caldi baci avrà.

Violetta:
Tra voi saprò dividere
il tempo mio giocondo;
tutto è follia nel mondo
ciò che non è piacer.
Godiam, fugace e rapido
è il gaudio dell'amore;
è un fior che nasce e muore,
né più si può goder.
Godiam c'invita un fervido
accento lusighier.

Coro:
Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
a notte abbella e il riso,
in questo in questo paradiso
ne scopra il nuovo dì.

Violetta:
La vita è nel tripudio...

Alfredo:
Quando non s'ami ancora...

Violetta:
Nol dite a chi l'ignora…

Alfredo:
E’ il mio destin così...

Coro:
Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
la notte abbella e il riso,
in questo paradiso
ne scopra il nuovo dì.



MAMMA, QUEL VINO
(da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni)

La celebre romanza della Cavalleria Rusticana è l’ultimo canto di Turiddu, che lascia la madre prima della sfida a duello con Alfio, il marito tradito della bella Lola. E’ il congedo struggente dalla persona più cara, prevedendo che sarà ucciso e chiedendo perciò di prendersi cura di Santa che Turiddu avrebbe dovuto sposare. Lucia ignora l’inquietudine del figlio che dice di voler uscire per smaltire una sbronza.
La Cavalleria rusticana, melodramma in un atto musicato da Pietro Mascagni su testi di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, è tratta da una novella di Giovanni Verga contenuta nella raccolta Vita dei campi.

Turiddu:
Mamma,
Quel vino è generoso, e certo
Oggi troppi bicchieri
Ne ho tracannati …
Vado fuori all’aperto.
Ma prima voglio
Che mi benedite
Come quel giorno
Che partii soldato.
E poi … mamma … sentite …

S’io … non tornassi …

Voi dovrete fare
Da madre a Santa,
Ch’io le avea giurato
Di condurla all’altare.

Lucia:
Perché parli così, figliuol mio?

Turiddu:
Oh! nulla!
E’ il vino che mi ha suggerito!
Per me pregate Iddio!
Un bacio, mamma …
Un altro bacio … addio!



VIVA IL VINO SPUMEGGIANTE
(da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni)

Turiddu:
Viva il vino spumeggiante
nel bicchiere scintillante,
come il riso dell'amante
mite infonde il giubilo!

Viva il vino ch'è sincero
che ci allieta ogni pensiero,
e che annega l'umor nero,
nell'ebbrezza tenera.

Coro:  
Viva il vino spumeggiante
nel bicchiere scintillante,
come il riso dell'amante
mite infonde il giubilo!

Viva il vino ch'è sincero
che ci allieta ogni pensiero,
e che annega l'umor nero,
nell'ebbrezza tenera.

Turiddu (a Lola):
Ai vostri amori! (beve)

 

Lola (a Turiddu):
Alla fortuna vostra! (beve)

Turiddu:
Beviam!

Coro:  
Beviam! Rinnovisi la giostra!