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Un rito suggestivo in grandi occasioni è l'apertura di una bottiglia con un colpo di sciabola. Una bottiglia può essere stappata senza particolari precauzioni nel caso non presenti particelle sedimentate sul fondo. Se sono presenti dei depositi, con un gesto lento occorre mettere la bottiglia verticalmente e lasciarla per un giorno intero prima di aprirla. Con un tagliacapsula o con la lama del cavatappi si taglia e rimuove la capsula di protezione del tappo sul ...

collo della bottiglia. Quindi con un tovagliolo si pulisce la parte superiore del sughero per eliminare eventuali muffe, e si utilizza il cavatappi facendo attenzione a non far rompere il tappo. Aperta la bottiglia, si utilizza ancora il tovagliolo per rimuovere eventuali particelle di sughero all’imboccatura della bottiglia.
Nella stappatura di bottiglie di spumante, champagne e vini frizzanti, occorre far uscire il gas lentamente ed evitare il botto o che il vino fuoriesca violentemente. Perciò è necessario portare a tavola la bottiglia delicatamente, procedere a rimuovere la gabbietta metallica e quindi ad aprirla tenendo ben saldo il tappo e facendo uscire il gas gradatamente, ruotando lentamente la bottiglia o il tappo. 
In certe situazioni particolarmente raffinate o ufficiali si può procedere alla stappatura con riti antichi e spettacolari, ovviamente eseguiti da esperti.
C’è la stappatura con la sciabola, secondo la tradizione francese del sabrage, ereditata dagli ussari  e dalla cavalleria napoleonica. Gli ufficiali del Primo Impero, dopo una vittoria, stappavano bottiglie di champagne con una secca sciabolata. Con la mano sinistra si tiene la bottiglia ferma con il pollice nell’incavo e con la destra si impugna la sciabola che deve colpire la parte in rilievo sotto la bocca della bottiglia. Questa tradizione è passata dai corazzieri del Re a quelli del Presidente e un ristoratore francese, Jean Claude Jalloux, ha fondato la confraternita del Sabre d'or, con 500 soci in Francia e 12mila nel mondo.
Una bottiglia può essere stappata anche con la pinza, quando per il lungo invecchiamento il tappo, ricoperto di cera o pece, è quasi decomposto dall’alcol. Non si può perciò utilizzare il cavatappi e la stappatura può avvenire  rompendo il collo della bottiglia con una tenaglia arroventata. La pinza infuocata viene stretta intorno al collo sotto il tappo e dopo qualche istante viene avvicinato un panno umido. La differenza di temperatura fa rompere il vetro in modo netto, ma poi occorre travasare il vino in una caraffa con un colino. (Carlo Enrico Pozzoli)
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