Si concluderà sabato 1 settembre con l’opera simbolo di questa stagione, Aida di Giuseppe Verdi, la serie di spettacoli sotto le stelle all’Arena di Verona. Intanto abbiamo assistito a Carmen, il capolavoro di Bizet che ha aperto la stagione lirica 2018, di cui l'ultima rappresentazione in programma per venerdì 31 agosto. In scena una fascinosa Carmen Topciu (dopo Anna Goryachova e Geraldine Chauvet), che interpreta un personaggio proposto da quasi due secoli con risvolti diversi, fra tradizione e innovazione, storia e mito. Quest’anno l’opera è presentata nel nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona con il regista argentino Hugo de Ana, che cura ...
regia, scene e costumi. L’orchestra, il coro, i balli, i tecnici sono della Fondazione Arena di Verona; il direttore d'Orchestra è Francesco Ivan Ciampa.
La vicenda di Carmen, ambientata in una piazza di Siviglia, è nota. Dalla fabbrica di tabacchi, accanto alla caserma dei dragoni, alla fine della giornata lavorativa escono le sigaraie e fra queste c’è Carmen, una zingara bella e sensuale. La ragazza canta la libertà e un amore volubile, ma non coinvolge Don José, legato alla mamma lontana e alla bella Micaela che giunge con un sua lettera. Il militare cederà poi alle arti ammaliatrici e diventerà disertore per amore. Carmen, però, è nata per la libertà e il destino, raccontato da carte, musiche e riti oscuri, porterà i due alla tragedia.
Il confronto tra l’opera originaria, le rilevanti variazioni dei librettisti ottocenteschi e l’edizione del 2018 di Carmen fanno emergere una vicenda aperta ai nuovi contesti, pur fedele nella essenzialità alla novella di Prosper Mérimée. Lo scrittore parigino, che fu anche storico e archeologo, propone Carmen come un’indemoniata e miserabile zingara e, ascoltando attentamente Bizet, si riesce a intravedere questa protagonista, “nata libera e destinata a vivere e morire libera”. Da questo punto fermo è partito il regista dell’edizione 2018, per il quale «Carmen è una donna che lotta per affermare una libertà, un’uguaglianza, un diritto. Quale altro periodo storico migliore per raccontare la vicenda della zingara se non quello della guerra civile spagnola, durante gli anni Trenta, una guerra che ha visto, nella lotta delle donne, un vero e proprio evento sociale. L’immagine della donna ha acquistato, da quel momento, una dimensione nuova, le ha permesso di essere “orgogliosa”, le ha permesso di essere dalla parte vincente anche a costo di morire per ciò in cui crede. Nel decennio del 1920 tutto si fonde nell’arte e le nuove avanguardie artistiche fanno sì che il personaggio sia una donna rivoluzionaria, che armonicamente può convivere anche con un’altra tradizionale. Questa Carmen diventa quasi un personaggio laico, per così dire, fino al punto di arrivare a trasformarsi e rappresentare il simbolo della lotta repubblicana durante la guerra civile dal 1936 al 1939». La Carmen di Hugo de Ana è consapevole del proprio destino ed esprime una passione selvaggia e indomabile. Le musiche, ricche di contrasti, sottolineano orgoglio e drammaticità, condivisione ed elegante leggerezza, la ragione in balìa della passione.
Il primo settembre l’Aida di Giuseppe Verdi chiuderà la stagione teatrale dell’Arena, che ha proposto con grande successo e rinnovato interesse per la lirica ancheTurandot di Giacomo Puccini, Nabucco di Giuseppe Verdi e Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. L’estate veronese ha ammaliato anche con due coinvolgenti serate-evento: Roberto Bolle and Friends, con il celebre ballerino del Teatro alla Scala di Milano e principal-dancer dell’American Ballet Theatre di New York, e Verdi Opera Night, con gli atti più significativi della trilogia verdiana - Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata – introdotta dalla sinfonia de La Forza del destino. Gli eventi dell’Arena di Verona continueranno anche dopo la stagione lirica ufficiale, a cominciare da La notte di Andrea Bocelli, in programma per sabato 8 settembre. (Marì Mazzucchelli)